RESPIRARE ARIA DI MARE FA BENE? LO VEDREMO PIÙ AVANTI!
Parto con una doverosa premessa: un insufficiente apporto di #iodio può provocare effetti negativi già durante la vita intrauterina e neonatale, che si spingono fino all’arresto della maturazione dell’encefalo, con gravi conseguenze sullo sviluppo intellettivo.
Crescendi, la carenza iodica può invece avere effetti più o meno rilevanti a livello neurologico, cardiovascolare e muscolo-scheletrico: compromette, in particolare, la funzione tiroidea e si traduce in quadri morbosi le cui manifestazioni variano in funzione del periodo della vita interessato da questo deficit. L'importanza di un adeguato apporto nutrizionale di iodio sta nel fatto che questo elemento è il costituente essenziale degli #ormoni tiroidei, la tiroxina e la triiodotironina. Questi svolgono un ruolo critico sul differenziamento cellulare, in particolare sullo sviluppo del sistema nervoso centrale nelle prime fasi della vita, e contribuiscono al mantenimento dell'omeostasi metabolica durante l'età adulta.
La mancanza di iodio è inoltre all’origine di gran parte delle malattie tiroidee, prima tra tutte il #gozzo multinodulare, conosciuto comunemente come gozzo.
Lo iodio è naturalmente presente in alcuni alimenti, tuttavia è stato riscontrato che, a causa di una dieta poco varia, sono numerose le persone affette da carenze.
Per tale motivo, con la Legge 55/2005, si è cercato di correre ai ripari, anche attraverso la commercializzazione di sale arricchito con iodio o #saleiodato che - è stato visto - può contribuire per circa 1/5 alle nostre esigenze di iodio.
Sfatiamo il mito del respirare aria di mare: purtroppo tale pratica NON si rivela idonea in quanto le quantità assorbite sono trascurabili.
I fabbisogni variano in funzione dell'età e delle condizioni fisiologiche: si parte dai 70 microgrammi per la fascia neonatale, 150 per gli adulti, fino ai 200 per donne in gravidanza e in allattamento. Tra i cibi maggiormente ricchi di questo minerale troviamo pesci, molluschi, crostacei e alghe marine; anche il latte, le uova e i cereali ne sono una buona fonte. Quantità inferiori sono presenti nella carne, nei legumi, nella frutta e nella verdura.
Dott.ssa Silvia Sannuto
BIOLOGA NUTRIZIONISTA